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LA NOTTE DELLA RABBIA
di Roberto Riccardi
EINAUDI STILE LIBERO BIG
Roberto Riccardi Colonello dell'Arma e giornalista,capo ufficio stampa del Comando Generale Carabinieri.
"Un noir drammatico sullo sfondo degli Anni di piombo e un protagonista difficile da dimenticare: un autentico eroe riluttante."
Descrizione
Un noir drammatico sullo sfondo degli Anni di Piombo e un
protagonista difficile da dimenticare: un autentico eroe riluttante. Candidato
al Premio Giorgio Scerbanenco 2017 per il miglior romanzo noir italiano
«Una cosa che Leone amava del proprio lavoro era la
possibilità di limitare le conversazioni all'essenziale. Berardi non si era
neppure sognato di chiedergli la meta, l'avrebbe saputa al momento opportuno.
Avevano una pista, il resto era contorno»
Roma, 1974. I terroristi delle Sap hanno rapito il professor
Marcelli, astro nascente della politica nazionale. Le indagini che il
colonnello dell'Arma Leone Ascoli avvia insieme al giudice Tramontano si
presentano subito complesse. L'unico appiglio è la presenza di una testimone.
Come se non bastasse, alla porta dell'ufficiale bussa «Bepi», un ex partigiano
che gli ha salvato la vita ad Auschwitz: l'uomo gli comunica che l'aguzzino del
campo si trova in città sotto falso nome e gli chiede di consegnarglielo. Il
problema è che l'ex SS è diventato un agente doppio, in bilico fra le due anime
di una Germania divisa dalla conferenza di Yalta. Intanto le Sap lanciano un
ultimatum: o lo Stato libera il loro capo, o Marcelli verrà giustiziato. Per
Ascoli sono ore drammatiche. Nella sua mente passato e presente si rincorrono,
e sono molte le cose con cui si trova a fare i conti: prima fra tutte la sua
coscienza. «Leone divaricò le gambe sino ad allineare i piedi alla larghezza
delle spalle, poi si inarcò leggermente per fissare il baricentro
nell'ombelico, la posizione piú comoda. Mosse in cerchio la testa per rilassare
i muscoli del collo, aprí e chiuse le mani a turno. Non erano sudate e quello
contava, al momento opportuno non lo avrebbero tradito. Solo allora guardò
davanti a sé. A venti metri c'era la sagoma, la parte superiore del corpo di un
uomo. La osservò con piú attenzione. Le opzioni erano due: la testa o lo spazio
fra il petto e lo stomaco, chiamato «bersaglio grosso». A una certa distanza è
la scelta migliore, è piú facile colpirlo, ma presenta profili di rischio. Se
l'avversario indossa un giubbetto antiproiettile la fine è già scritta, sarà
lui a beccarti prima che tu possa mirare di nuovo».
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